Sul caso di cronaca della morte di una bambina rom a Torino non ci siano commenti temerari
Il caso di cronaca è drammatico, una bambina di due anni viene investita da una macchiana che stava facendo retromarcia nel parcheggio dell’Ospedale S. Giovanni Bosco di Torino: si doffondono immediatamente due notizie, appartiene ad una famiglia rom e stava facendo accattonaggio con la madre. Le indagini sono naturalmente in corso, per comprendere situazione e dinamica stessa dell’incidente e del soccorso della conducente il mezzo, anche se all’AIZO risulterebbe che madre e figlia fossero lì presenti per un atto di solidarietà, la visita presso un parente ricoverato. Passano le ore e la tragedia viene utilizzata per la polemica politica che, se non peregrina sul controllo della sicurezza in generale dell’area del parcheggio in parola, riprende i soliti toni surreali per porre una correlazione con l’approvazione del disegno di legge governativo sulla sicurezza, in particolare per quanto riguarda l’incarcerazione di madri con figli: il pregiudizio non rischia sempre di far sospettare, alla fine posizioni di tipo etnico? Premessa la possibilità di ragionare, ad esempio, rispetto alle considerazioni fatte in aula dall’on. Simonetta Matone, la Presidente nazionale dell’AIZO, Carla Osella, osserva che “sarebbe necessario, innanzitutto, attendere i risultati delle indagini che accertino la realtà dei fatti prima dilanciarsi in temerari commenti. Ciò detto, però, cogliamo la sfida in positivo della prossima definizione delle linee di indirizzo regionali piemontesi ai servizi socioassistenziali per chiedere un confronto e l’apertura di un tavolo per costruire insieme strategie con sano e
costituzionale spirito sussidiario”.
ufficio stampa AIZO