A scuola si insegnerà la cultura rom
Nell’ambito del mega-progetto di inclusione delle comunità rom e sinti finanziato con quasi 3 milioni, è prevista la formazione di docenti che dovranno insegnare ai ragazzi a essere “contro gli stereotipi”.
Ritagliare del tempo nel programma scolastico per imparare la cultura dei rom, sinti e caminanti. È l’ultima iniziativa nata nella Milano di Beppe Sala che vuole tenere per i bambini delle elementari e delle medie corsi “contro gli stereotipi” e per questo formare docenti alle lezioni di integrazione. Come riporta Libero, è solo l’ultima iniziativa in ordine di tempo proposta dal comune più “rom-friendly” d’Italia e che affonda le radici nella delibera varata in passato come uno dei primi atti del Sala-bis: un provvedimento da 2 milioni e 850mila euro stanziati nel 2021 e destinati alla “coprogettazione e realizzazione di percorsi di accoglienza e inclusione nella legalità nel periodo tra gennaio 2022 e dicembre 2023”.
I progetti dovrebbero servire per aiutare i rom a trovare lavoro e alloggio, beneficiando di una complessa rete di avvisi pubblici, soggetti del Terzo settore chiamati a fornire prestazioni sul territorio. E per realizzare il programma al meglio il Comune ha nominato poche settimane fa una manager per l’accoglienza, Chiara Maria Bornino, project administrator e coordinatrice amministrativa per la messa a punto della gestione del servizio di accoglienza rivolto a famiglie in condizioni di fragilità, prevalentemente rom e sinti. Molti rom sono d’accordo che sia realizzato il piano: dichiara Nadir Jovanovic “è bello che venga valorizzata la nostra lingua e la nostra cultura”. Spiega però che non tutti sono d’accordo perché “i gruppi presenti a Milano sono molto diversi sia per tradizioni sia per varie modalità culturali”. Suo figlio Drago, che frequenta la quinta elementare invece non è d’accordo: “io mi vergogno a scuola: nessuno sa che sono un rom perché mi prenderebbero tutti in giro e non condivido questo progetto”. Dell’opinione del piccolo Drago sono anche altri rom che preferiscono il silenzio al mettere in piazza la cultura rom, iniziativa che invece nasce per far conoscere la parte migliore del loro popolo.