Sgombero area di Lungo Stura Lazio in Torino
In queste ultime settimane sono girate notizie imprecise e poco veritiere sullo sgombero di Lungo Stura Lazio: facciamo un po’ di chiarezza.
“AIZO rom e sinti è da sempre contraria agli sgomberi – dichiara la Presidente Carla Osella e prosegue – spesso nel corso degli anni si è trovata a criticare tali azioni anche cercando di contrastare l’avanzamento delle ruspe a difesa delle famiglie rom. Gli sgomberi scatenano sempre contestazioni, e ciò vale anche per l’area di Lungo Stura Lazio”.
Il 26 febbraio sul sito posto sotto sequestro dalla Procura di Torino, le forze dell’ordine sono intervenute per abbattere le costruzioni abusive erette su quel terreno. Le famiglie dei rom rumeni anche se non avevano ricevuto la notifica dello sgombero erano tutte informate, già dai giorni precedenti, dell’avvenimento, infatti sul terreno non si notavano né valigie né borse di chi viene colto di sorpresa da questo tipo di intervento.
Il Comune di Torino, Settore Politiche Sociali, giunto sul posto ha messo a disposizione delle strutture come dimora temporanea ma molte delle famiglie si erano già organizzate per essere accolte da parenti o amici.
Nessun nucleo ha poi accettato l’ospitalità temporanea del Comune, ritenendo la soluzione poco adatta alla loro modalità di vita.
L’AIZO presente in quel campo ha offerto ad una donna al termine della gravidanza e alla figlia di pochi anni, una camera nella stessa struttura dove vivono alcuni parenti; pochi giorni dopo è nata Rebecca!
Accanto al grande campo esiste da alcuni anni un luogo definito ‘la fossa’ dove vivono circa 70 rom che si definiscono ‘colorati’ per i loro vestiti a colori sgargianti, provenienti dalla zona di Bacau. Costoro, in attesa che venissero demolite le loro baracche, hanno espresso il desiderio di trovare un alloggiamento a proprie spese; AIZO si è subito attivata mettendo a disposizione uno dei contatti della sua rete da cui è emersa la possibilità di affittare una palazzina nella prima cintura torinese, servita dai mezzi pubblici e con tutti i servizi, reputata da loro idonea. In seguito hanno cambiato idea; spiace ma crediamo che ciò rientri nella libertà decisionale delle persone.
A complicare il quadro è arrivata la comunicazione della Corte europea dei Diritti dell’Uomo che, riferendosi ad una denuncia presentata precedentemente da cinque famiglie rom, ha chiesto chiarimenti al Comune di Torino in relazione alle attività che si stanno svolgendo su quest’area.
Nel frattempo, Maurizio Marrone, capogruppo di minoranza in consiglio comunale per Fratelli d’Italia ha voluto approfondire i dettagli del progetto ‘La Città Possibile’ denunciando in conferenza stampa l’utilizzo poco trasparente dei fondi, sollevando dubbi sulla validità del progetto e sulle soluzioni abitative trovate finora.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi ricordiamo che ogni voce di spesa viene controllata dal Comune e in seguito dalla Prefettura; solo dopo la validazione di quest’ultima viene erogato il budget relativo. Siamo all’interno di un appalto pubblico e dunque tutti gli atti sono pubblici e a disposizione dei cittadini interessati.
I giornali dal canto loro, riprendendo in parte la conferenza stampa, hanno dato rilevanza a tutto questo dichiarando che la struttura nella quale sono stati inseriti alcuni nuclei di beneficiari ed affittata da AIZO, sono di proprietà del signor Giorgio Molino.
In realtà esiste un regolare contratto di locazione per questo immobile tra la ‘Consulta Cittadina degli immigrati a Torino’, associazione di promozione sociale, e AIZO che lo ha sottoscritto a seguito di accordo unitario dell’intera RTI di progetto – Valdocco, Terra del Fuoco, Liberi Tutti, Stranaidea e Croce Rossa – e previa comunicazione alle istituzioni di riferimento.
Ci preme sottolineare come questa A.P.S. sia stata l’unica realtà del territorio provinciale a rendersi disponibile ad ospitare i nuclei rom, anche a costi contenuti. Pochi sono coloro che si rendono disponibili ad affittare a famiglie rom, nonostante esse siano coinvolti in un progetto di inserimento sociale.
Torino, 29 marzo 2015
Ufficio Stampa A.I.Z.O.
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