La Regina Elisabetta e i Rom
Più di 300.000 zingari e nomadi vivono nel Regno Unito. Non si tratta del paese europeo con la più grande popolazione di origine rom, ma la comunità che vive nelle isole è consapevole che i rom nel mondo vivono attraverso il riconoscimento della propria personalità collettiva. Ecco perché, tenendo conto delle riflessioni diramate alla morte della Regina Elisabetta II da Juan de Dios Ramirez-Heredia Montoya, avvocato e giornalista spagnolo della comunità calò, proponiamo ai lettori di Rome Sinti oggi questi pensieri dati e auspici.
La regina Elisabetta II era anche la sovrana dei Rom nei paesi di cui è stata Capo di Stato. 50 stati nel mondo per la cifra di 2.700 milioni di abitanti. Petr Torák, un rom slovacco (1), ricevette nel 2015, dalla regina Elisabetta II, il titolo di MBE (Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico) per “servizi alla comunità Rom”. In quell’occasione Petr Torák dichiarò pubblicamente: “La regina è stata e sarà sempre non solo un grande esempio, ma anche un’ispirazione. La Gran Bretagna ha dato a me e alla mia famiglia una nuova casa e opportunità che non avremmo mai potuto sognare, e la regina stessa ha influenzato tre generazioni della nostra famiglia”. Daniela Abraham, nota attivista rom che aveva avuto l’onore di incontrare la regina nel 2021, ha scritto: “Non dimenticherò mai quel momento per il resto della mia vita, dal fondo al mio cuore spero che la famiglia della regina Elisabetta possa trovare la pace di Dio in questi tempi difficili. Possa la luce eterna risplendere su di lei“. E migliaia di zingari hanno presentato le loro più sincere condoglianze alla famiglia reale britannica come già hanno fatto in altre occasioni di gioia e di lutto.
Ma non possiamo dimenticare la storia; anche nel Regno Unito c’è stata dura repressione contro i Rom. Le cronache registrano che a metà del XVI secolo gli zingari che vivevano in Inghilterra furono deportati in Norvegia. In senso opposto si distinse la Scozia, che nel 1541 concesse ai Rom l’autorizzazione a vivere secondo le proprie leggi. Tuttavia, fu solo nel 1783 che nel Regno Unito la maggior parte della legislazione razziale contro gli zingari venne abrogata.
Scrive Juan de Dios Ramirez-Heredia Montoya: “La Storia del popolo zingaro va studiata in due parti che devono avere come confine il “prima” e il “dopo” dell’aprile 1971. In quell’anno si tenne a Londra il Congresso Internazionale che segnò l’inizio di una fase di liberazione dall’oppressione che abbiamo sofferto ancora in molti luoghi, nello stesso momento in cui è iniziata una lotta più efficace e organizzata per rivendicare i nostri diritti e raggiungere i livelli di autogestione dei nostri interessi collettivi. Non dimentichiamo che il Congresso si tenne sotto il regno di Elisabetta II e che l’Inghilterra ha dato un contributo decisivo alla diffusione della cultura gitana, illuminando le generazioni degli ultimi due secoli con le conoscenze che solo la scienza, l’università e la ricerca possono acquisire. Il protagonista del nostro firmamento intellettuale, in relazione ai rom spagnoli, è George Borrow (1803-1881), un inglese che, tra il 1836 e il 1837, divenne famoso a Madrid, dove era noto come Don Jorgito. Sapeva parlare più di 30 lingue, tra cui gallese, danese, ebraico, arabo, armeno, manciù, greco, latino, il basco e il caló che parlavano i rom in Spagna. Il suo grande contributo alla diffusione della lingua gitana fu la traduzione del Vangelo di san Luca in caló, pubblicato in Estremadura nel 1836“.
Ancora Juan de Dios Ramirez-Heredia Montoya: “Nel 1888 nel Regno Unito fu creata la Gypsy Lore Society la più antica associazione internazionale interessata agli studi relativi alla comunità gitana. Tiene le sue riunioni ogni anno, a rotazione attraverso le più importanti università degli Stati Uniti e di altri paesi europei. All’Università di Granada tenne il suo incontro nel 2005“.
Il nuovo sovrano del Regno Unito ha preso lo stesso nome del sovrano che regnò in Spagna dal 1759 fino alla sua morte nel 1788. Questo re, pochi anni prima della sua morte, emanò una Pragmatica riconoscendo uguali diritti a tutti i rom, sebbene imposto altri obblighi di cui mi occuperò a breve. Ci aspettiamo dall’inglese Carlo III un gesto decisivo a favore di tutti gli zingari del Commonwealth, gigantesco territorio di cui è Capo di Stato, per vedere gli obiettivi del Congresso di Londra del 1971, che si tenne sotto il regno di sua madre, ormai deceduta, alla quale auguriamo “Te avel lohki leski phuv”. “Possa tu avere una terra facile”, cioè, ovunque tu sia, il tuo soggiorno è tra persone buone e felici.
Testo raccolto ed elaborato da Giovanna Grenga
(1) Nato l’8 marzo 1981, Torák è originario della Repubblica Ceca. Nel 1999 lui ei suoi genitori avevano chiesto asilo nel Regno Unito, dopo aver subito violenti attacchi con motivi politici e razzisti. Dopo aver ottenuto un permesso di lavoro Torák è stato impiegato in fast food, fabbriche e supermercati prima di entrare a far parte della polizia del Cambridgeshire nel 2006 come Community Support Officer lavorando a Millfield, Peterborough. Nel 2008 è diventato un vero e proprio ufficiale di polizia. È coordinatore del progetto in un’organizzazione locale, COMPAS, che cerca di promuovere la coesione della comunità ed è anche un mediatore qualificato per ROMED, un progetto dell’UE che forma i mediatori per aiutare le comunità Rom a comunicare con le autorità locali. Il suo lavoro di polizia era incentrato sui Rom cechi e slovacchi, sui problemi che affrontano e su questioni più ampie derivanti dalla loro migrazione in Inghilterra.