La tragedia e l’indifferenza
A Roma lo scorso mercoledì, 6 aprile, è stato effettuato l’ennesimo sgombero di un campo rom nei pressi di Via Papiria. A essere state sgomberate sono state 40 famiglie rom rumene, alle quali, dopo essere state private delle proprie abitazioni, è stata proposta una sistemazione fuori Roma, ma solo per donne e bambini. Per gli uomini niente.
Le famiglie, naturalmente, hanno rifiutato di dividersi e le donne hanno preferito rimanere con i propri mariti, vagando insieme a loro per le vie di Roma in cerca di una nuova sistemazione.
Alcune di queste famiglie forse torneranno in Romania, ma la maggior parte si sistemerà in un nuovo campo abusivo, in mezzo all’immondizia e al degrado, in attesa di un nuovo sgombero.
Una tragedia consumata nell’indifferenza generale.
E questo caso è solo l’ennesimo di una lunga serie di tragedie che in tutta Italia ogni giorno ci ritroviamo ad affrontare. I diritti e la dignità delle persone vengono sistematicamente violati, con la falsa promessa che gli sgomberi siano la soluzione al degrado e alla criminalità. Ma come si può dare soluzione a questi problemi senza dare un’alternativa alle famiglie sgomberate? Uomini, donne e bambini, a cui le loro case sono state distrutte, saranno costretti a spostarsi nuovamente, cercando un nuovo lavoro, abbandonando scuole e ricostruendosi una nuova baracca.
A.I.Z.O., Associazione Italiana Zingari Oggi, che da quarant’anni opera a livello nazionale a fianco della popolazione rom e sinta per la difesa dei diritti e la promozione dei doveri, dunque per favorire l’integrazione di questa comunità nella società, si dichiara costernata per questo ennesimo caso di sistematica violazione dei diritti della popolazione rom. Violazione resa ancora più grave dall’assurda proposta di dividere le famiglie, per dare alloggio solo a donne e bambini.
Mentre la Commissione europea sta approvando la strategia per l’integrazione della popolazione rom, i nostri amministratori continuano a spingere nella direzione opposta, incrementando la condizione di disagio e l’emarginazione in cui si ritrovano a vivere queste persone.
A.I.Z.O. quindi chiede che questa tragedia venga fermata e che tutti gli attori della società, mass media in primis, si mobilitino affinché non si possano più leggere notizie di questo genere, ma vengano avviati progetti concreti di integrazione.