Legge 24 luglio 2008, Alziamo la voce!
Sono davvero preoccupanti, potrebbero dirsi perfino allarmanti e di certo sconfortanti, le novità introdotte dal Governo con il decreto legge n. 92, convertito in legge 24 luglio 2008, n. 125 e facente parte del c.d. pacchetto sicurezza varato al fine di “contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegati all’immigrazione illegale e alla criminalità organizzata“.
“Una legge fatta per la serenità dei cittadini, da me fortemente voluta“, ha detto Silvio Berlusconi. Qualcosa di ingegnoso, c’è da ammetterlo, una politica escogitata nei dettagli in tutto persecutoria, capace di fomentare una vera e propria psicosi nei confronti degli stranieri e delle categorie sociali più deboli e che va a ledere non solo i diritti umani basilari di miglia di persone venute o nate per caso nel nostro paese, ma anche i valori e l’impegno quotidiano di chi crede che la ricchezza economica, sociale e culturale della nostra società, sia oggi immancabilmente basta sulla convivenza reciproca e la multiculturalità. Tutto questo però di certo non stupisce, né meraviglia come un bolide che irradia sulla terra improvviso dal cielo sereno, dato che solo qualche tempo fa il premier e la sua maggioranza di governo avevano dichiarato con fermezza e pubblicamente di non gradire affatto una società italiana multietnica.
La legge 24 luglio 2008, n. 125 prevede:
- maggiori poteri ai sindaci e ai militari con poteri di polizia nelle città. Associazioni di cittadini, iscritte in un apposito elenco a cura del prefetto e organizzate in ronde potranno collaborare con le forze dell’ordine nell’ambito dei piani coordinati di controllo del territorio;
- il reato di ingresso e soggiorno irregolare che introduce una nuova circostanza aggravante: la clandestinità. Ciò significa che la condizione individuale e soggettiva di essere migranti per essere entrati irregolarmente nel territorio italiano è adesso considerato un reato perseguibile dalla legge, con una sanzione prevista pecuniaria che va da 5.000 a 10.000 euro. Varie e sottili sono le implicazioni che ne derivano: viene leso il diritto all’istruzione scolastica, per esempio con l’impossibilità per uno studente straniero e irregolare divenuto maggiorenne di completare gli studi e contemporaneamente obbligare il preside a denunciare lo studente stesso privo di permesso. Poi i diritti della persona e dei minori, come la registrazione delle nascite o la registrazione dei decessi; nonché le delicate problematiche connesse all’emersione dal lavoro nero, con una politica che invece di combattere e contrastare il fenomeno alla base, mira alla punizione dei soggetti più deboli, che invece ne sono solo le vittime umane. E ancora, sono anche i cittadini stranieri regolari a venirne colpiti: con le nuove difficoltà previste per ottenere la cittadinanza, la tassa di 200 euro per i rilasci ed i rinnovi dei permessi di soggiorno, le restrizioni previste ai ricongiungimenti. L’idea del governo è chiara: opprimere le categorie sociali attualmente più discriminate e fragili, promuovere un modello di “integrazione” basato sulla persecuzione dei soggetti più fragili: gli extra-comunitari e gli apolidi, per la cui espulsione è peraltro adesso sufficiente un provvedimento del questore, mentre il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale del cittadino di uno Stato membro dell’Ue, è adottato, con atto motivato, dal Ministro dell’interno;
- norme più severe contro i graffitari e contro coloro che impiegano bambini per l’accattonaggio, il reato di oltraggio a pubblico ufficiale. La condanna da sei mesi a tre anni per chi ceda “a titolo oneroso un immobile di cui abbia la disponibilità ad un cittadino straniero irregolarmente soggiornante nel territorio dello Stato”;
- I Cpt diventano adesso i “Centri di identificazione ed espulsione”, con l’aumento della permanenza per verificare la provenienza dei migranti fino ai 18 mesi;
- Il divieto, per l’extracomunitario sprovvisto di regolare permesso di soggiorno, di operare incassi e/o trasferimento di fondi attraverso le agenzie specializzate del settore (money transfer).
- La possibilità per il procuratore nazionale antimafia di disporre “l’applicazione temporanea di magistrati della direzione nazionale antimafia alle procure distrettuali per la trattazione di singoli procedimenti di prevenzione patrimoniale“.
Forti sono state le critiche sollevate dall’opposizione e dal Vaticano, il quale accusa fortemente il governo di perseguire una politica di criminalizzazione espressamente rivolta contro gli stranieri. Altrettanto forte è la denunzia d’allarme alzata dalla società civile, soprattutto dai membri delle organizzazioni e delle associazioni, che da anni lavorano per la tutela e la salvaguardia dei diritti umani nel nostro paese, volti a contrastare i fenomeni di razzismo e xenofobia dilaganti, di sfruttamento ed aumento della povertà, e soprattutto alla costruzione di una Italia multietnica e multiculturale.
Sorge il presentimento, legittimo, che una tale politica scellerata venga ad innescare un meccanismo pericoloso nella nostra società, una spirale destinata a fomentare l’odio e il razzismo, destinata ad offendere, a discriminare e menzionando ancora le parole del vaticano: ad arrecare dolore. È qualcosa che rimanda precipitosamente la memoria alle leggi razziali del 38; qualcosa che riporta sull’Italia un’ombra angusta di oscurantismo vorticoso e irrazionale, capace e forse potente a tal punto da ignorare in maniera eclatante i richiami e i giudizi delle più affermate istituzioni e organizzazioni internazionali e dell’Europa stessa.
Per chi è ancora capace di intendere, per tutti coloro che credono nei valori della persona, nella legalità e nel rispetto dei diritti dell’uomo, per tutti gli stranieri oggi pienamente italiani, per chi è convinto che il nostro futuro debba essere basato e costruito sui principi inequivocabili di una società multi-etnica e integrata, per chi riconosce in tutto questo una profonda e sconfinata ricchezza economica, sociale e culturale: alziamo adesso più che mai, la voce dei nostri valori.
Fausto Amico